venerdì 22 marzo 2013
martedì 12 marzo 2013
Impianti a biomasse: vantaggi non solo ambientali
In una valutazione sintetica dei 
principali vantaggi e svantaggi della biomassa come risorsa energetica, 
si individuano i benefici ambientali, sia globali che locali, a cui si 
contrappongono degli impatti locali, i benefici sociali occupazionali ed
 infine dei benefici strategici energetici. 
Il primo beneficio prodotto da un impianto a biomassa è di tipo ambientale globale: la biomassa assorbe infatti CO2 dall'atmosfera durante la crescita e la restituisce all’ambiente nel corso della combustione; pertanto, il bilancio della CO2 è nullo su un tempo scala molto breve rispetto ai combustibili fossili. Quindi, nel calcolo della quantità di CO2 immessa in atmosfera dai processi di conversione energetica della biomassa, sono compresi i contributi delle operazioni di approvvigionamento, cioè semina, nel caso di colture dedicate, raccolta, trasporto e stoccaggio, e degli eventuali processi di trasformazione del combustibile per renderlo adatto allo specifico impianto di conversione energetica. Questa considerazione indica la necessità di realizzare impianti di produzione energetica a “filiera corta”, per i quali siano contenuti almeno gli impatti ambientali derivanti dal trasporto, e conseguentemente dello stoccaggio, della biomassa. L’utilizzo come combustibile degli scarti e dei residui delle produzioni agricole e agro-industriali contribuisce inoltre ad alleviare l’impatto ambientale dello smaltimento di queste sostanze, poiché i residui da potature e mietiture sono usualmente bruciati all’aperto, andando anche a recuperare il loro contenuto energetico che andrebbe disperso in aria ambiente.
Dal punto di vista ambientale locale, la creazione e lo sviluppo di aree agricole destinate a colture energetiche dedicate, al posto di terreni abbandonati e incolti, contribuiscono al controllo dell’erosione e alla riduzione del dissesto idrogeologico delle zone collinari e montane ed offrono un’opportunità di sviluppo e crescita per i territori rurali meno competitivi per le produzioni convenzionali, contenendo così anche i fenomeni di abbandono di queste aree.
La conversione energetica della biomassa fornisce inoltre un beneficio sociale occupazionale: le diverse fasi del ciclo produttivo del combustibile da biomassa creano infatti posti di lavoro e favoriscono la ripresa dei settori agricolo e forestale, rappresentando una fonte di reddito aggiuntiva a quello tradizionalmente derivante dall’attività agroforestale. Tutto il sistema di produzione della bioenergia, partendo dalle filiere di produzione agli impianti di trattamento e conversione, andrebbe quindi a formare un settore economico in espansione, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro ed opportunità di sviluppo.
Infine, da un punto di vista strettamente strategico energetico, l’utilizzo della biomassa come fonte rinnovabile può ridurre la dipendenza energetica dai produttori extraeuropei.
Il primo beneficio prodotto da un impianto a biomassa è di tipo ambientale globale: la biomassa assorbe infatti CO2 dall'atmosfera durante la crescita e la restituisce all’ambiente nel corso della combustione; pertanto, il bilancio della CO2 è nullo su un tempo scala molto breve rispetto ai combustibili fossili. Quindi, nel calcolo della quantità di CO2 immessa in atmosfera dai processi di conversione energetica della biomassa, sono compresi i contributi delle operazioni di approvvigionamento, cioè semina, nel caso di colture dedicate, raccolta, trasporto e stoccaggio, e degli eventuali processi di trasformazione del combustibile per renderlo adatto allo specifico impianto di conversione energetica. Questa considerazione indica la necessità di realizzare impianti di produzione energetica a “filiera corta”, per i quali siano contenuti almeno gli impatti ambientali derivanti dal trasporto, e conseguentemente dello stoccaggio, della biomassa. L’utilizzo come combustibile degli scarti e dei residui delle produzioni agricole e agro-industriali contribuisce inoltre ad alleviare l’impatto ambientale dello smaltimento di queste sostanze, poiché i residui da potature e mietiture sono usualmente bruciati all’aperto, andando anche a recuperare il loro contenuto energetico che andrebbe disperso in aria ambiente.
Dal punto di vista ambientale locale, la creazione e lo sviluppo di aree agricole destinate a colture energetiche dedicate, al posto di terreni abbandonati e incolti, contribuiscono al controllo dell’erosione e alla riduzione del dissesto idrogeologico delle zone collinari e montane ed offrono un’opportunità di sviluppo e crescita per i territori rurali meno competitivi per le produzioni convenzionali, contenendo così anche i fenomeni di abbandono di queste aree.
La conversione energetica della biomassa fornisce inoltre un beneficio sociale occupazionale: le diverse fasi del ciclo produttivo del combustibile da biomassa creano infatti posti di lavoro e favoriscono la ripresa dei settori agricolo e forestale, rappresentando una fonte di reddito aggiuntiva a quello tradizionalmente derivante dall’attività agroforestale. Tutto il sistema di produzione della bioenergia, partendo dalle filiere di produzione agli impianti di trattamento e conversione, andrebbe quindi a formare un settore economico in espansione, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro ed opportunità di sviluppo.
Infine, da un punto di vista strettamente strategico energetico, l’utilizzo della biomassa come fonte rinnovabile può ridurre la dipendenza energetica dai produttori extraeuropei.
mercoledì 6 marzo 2013
Biomassa legnosa
Le biomasse legnose sono sostanzialmente composte da lignina e 
cellulosa. Pertanto bruciando liberano l'energia solare che hanno 
accumulato per fotosintesi clorofilliana. Esse provengono generalmente 
da sfruttamento razionale di distese boschive e forestali, scarti 
dell'industria di lavorazione del legno, scarti di potatura degli 
alberi, colture arboricole dedicate. L'impiego nella produzione di 
energia  nel nostro paese è ancora scarso (al di sotto degli standard di
 diversi paesi europei) ma poiché costituiscono una interessante fonte 
di energia rinnovabile il loro utilizzo è in progressivo aumento. I 
motivi che le rendono di sicuro interesse sono facilmente comprensibili e
 si possono cosi riassumere: - Contribuiscono ad uno sviluppo sostenile 
ed attento alle tematiche ambientali. Se opportunamente gestite 
producono quantità modeste di inquinanti, sono facilmente rinnovabili, 
emettono ridotte quantità di gas serra. - Costituiscono una 
diversificazione rispetto alle tradizionali fonti fossili e perciò 
diminuiscono la dipendenza energetica del nostro paese dalle 
importazioni. - Il loro utilizzo specialmente se gestito in ambito 
locale crea nuove opportunità lavorative e contribuisce allo sviluppo 
economico delle comunità locali. - La gestione e la riforestazione dei 
boschi consente il recupero di un territorio lasciato per troppo tempo 
in abbandono migliorando i dissesti idrogeologici che si sono venuti a 
creare. - I costi per produrre energia e calore con le biomasse legnose 
sono spesso notevolmente più contenuti di quelli che utilizzano derivati
 del petrolio e gas naturale.   Come già detto le biomasse legnose 
vengono per lo più utilizzate per: il riscaldamento, produzione di 
energia elettrica in centrali termoelettriche ed in misura minore per 
produrre con processi termochimici biogas o biocombustibili. Il 
riscaldamento può effettuarsi con impianti domestici come stufe e 
caminetti o con caldaie centralizzate o addirittura con impianti di 
teleriscaldamento. Per tutti questi apparati negli ultimi anni la 
tecnologia della combustione ha fatto progressi enormi riducendo in 
maniera drastica le emissioni inquinanti. Il sistema più utilizzato è 
quello a fiamma inversa. Tale sistema consta di due camere di 
combustione posizionate l'una sull'altra. In quella superiore viene 
stoccata su una griglia  la biomassa che viene incendiata. Il comburente
 (l'aria) viene insufflato dall'alto e aspirata da sotto in tal modo la 
fiamma è capovolta. I gas prodotti dal riscaldamento della biomassa 
passano nella seconda camera di combustione e per effetto dell'elevata 
temperatura bruciano. In tal modo si ottiene una combustione più pulita e
 con scarsa produzione di polveri incombuste. Per produrre energia 
elettrica generalmente si tende a realizzare impianti di piccola e media
 taglia che sono più facilmente gestibili in ambito locale. In tali 
impianti con una caldaia il cui principio di funzionamento è simile a 
quello su descritto si genera vapor d'acqua con cui si alimenta la 
turbina. Spesso prima di condurre i fumi di scarico all'esterno li si fa
 passare attraverso uno scambiatore per abbattere ulteriormente il 
calore che andrebbe perduto e migliorare ulteriormente il rendimento 
globale dell'impianto. La gassificazione delle biomasse ligneo 
cellulosiche avviene in speciali impianti e consente di ottenere a 
seconda dei processi utilizzati o biocombustibili liquidi: bioetanolo o 
biodiesel o gas di sintesi una miscela di idrogeno (circa il 50%), 
monossido di carbonio (circa il 35%) e anidride carbonica e metano (per 
il restante 15%).
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