giovedì 24 gennaio 2013

La gestione forestale aiuta l'ambiente

Quando si parla di salvaguardia dell'ambiente non possono non venire alla mente le immagini di foreste tropicali abbattute o disboscamenti incontrollati. Questi sono chiari esempi di come non si dovrebbe operare sui "polmoni" del pianeta.
E' tuttavia necessario distinguere questi spiacevoli esempi da quella che può essere definita come "gestione forestale". Essa è necessaria a garantire non solo la sicurezza dei boschi (un bosco non curato è più soggetto ad incendi) ma anche a diminuire le emissioni di CO2 del pianeta.
Una corretta gestione dei boschi che preveda anche un taglio selettivo di parti di essi, subito rimpiazzato da piante giovani, sta alla base di una buona gestione del territorio.
Non tutti sanno infatti che, fatto 100 la quantità di CO2 assorbita da una pianta nel corso del suo ciclo di vita, l'80% di questo viene assorbito nei primi 20-25 anni di vita della pianta stessa. Viene da se quindi pensare che, sostituendo le piante ogni 20 anni si contribuisca a mantenere alto il livello di conversione CO2-ossigeno di un bosco. Ovviamente questo procedimento ha senso se la legna tagliata non viene semplicemente bruciata in un caminetto! In questo caso l'inquinamento sarebbe assai superiore al vantaggio ottenuto piantando piante giovani. Oltre ai classici prodotti in legname che si possono costruire, esistono però metodi di conversione del legno in energia elettrica che possiamo definire "puliti". La pirogassificazione è certamente il migliore. Oltre a fornire energia elettrica, un impianto di pirogassificazione alimentato a biomasse è in grado di fornire acqua calda ai territori circostanti, utili ad esempio per un sistema di teleriscaldamento.
In molte zone d'Italia stanno nascendo impianti di questo genere, che contribuiscono a fornire al paese l'energia di cui a bisogno, con un occhio però all'ambiente e alla sua salvaguardia.

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